L’utilizzo e il consumo quotidiano nella dieta mediterranea dell’Olio oliva extravergine (EVO), oltre che per le qualità gastro-organolettiche e il complesso di reazioni emotive legate all’odore e al sapore intenso e caratteristico, permette di attuare sana alimentazione con finalità curative, poiché si associa alla prevenzione di molti tumori, tra cui in particolare i tumori del tratto digestivo.
Diversi gruppi di studiosi e numerose ricerche, molte ad impronta nazionale, ormai confermano e sono concordi nel sottolineare la ricchezza di contenuti e derivati ad effetto fisio-patologico positivo contenuti nell’Olio Oliva, come l’acido oleico, capace di interagire sul controllo della proliferazione cellulare del rivestimento epiteliale del grosso intestino.
Una dieta ricca di olio oliva vuol dire permettere di sfruttare le numerose proprietà farmacologiche e galeniche del prodotto naturale, ad iniziare dalle sue capacità emulsionanti sul contenuto fecale, sfruttate anche in farmacologia per la combinazione in costrutti ad azione riequilibrante e regolarizzante la motilità intestinale e fluidificante il contenuto fecale, per combattere la ostinata stitichezza di cui molti soggetti adulti soffrono, specie come risposta ai nuovi bioritmi della vita moderna.
La sua forza lubrificante oltre ad aumentare l’attività peristaltica intestinale può essere sfruttata, come si faceva nei tempi passati dove gli anziani erano soliti purgarsi ogni settimana con il bicchiere di olio o con il clisterone a contenuto oleoso, per confezionate bottigliette concentrate da usare al posto dei normali olii lassativi di laboratorio, che sono gravati dagli effetti collaterali negativi a lungo termine della colite da assuefazione, cosa che non avviene con le miscele di olio d’oliva a scopo lassativo. Poi, la facilitazione alla propulsione del contenuto intestinale inoltre contrasta non solo la stasi fecale ma specie il tempo di contatto di cancerogeni alimentari eventualmente presenti in cibi contaminati, che venendo espulsi prima, hanno meno facilitazioni nella loro azione nociva.
L’azione positiva intestinale dell’Olio EVO si svolge però specie grazie ai suoi contenuti intrinseci, come l’acido oleico che influenza un enzima -SCD1- dell’epitelio intestinale che rientra nei meccanismi di controllo dell’infiammazione e di promozione della proliferazione cellulare, che sono alla base della cancerogenesi del cancro intestinale. La ricerca dell’Università di Bari e sostenuta da AIRC, pubblicata sulla rivista Gastroenterology, con i suoi risultati presentati nel 2018 certifica infatti l’azione anti-infiammatoria dell’acido oleico, che è responsabile del controllo della crescita cellulare. Inoltre, sembra che l’Olio EVO Italiano e di alcune aree geografiche in particolare sia più ricco di tale molecola, rispetto ad esempio all’Olio di importazione africana, incrementando ulteriormente la indiscutibile qualità medicinale del nostro prodotto nazionale e autoctono.
Nel 2017 anche altre ricerche attestavano la presenza di molecole positive nell’Olio EVO, come lo squalene, SQ, con proprietà antiossidanti, immunomodulatrici (adiuvante in numerosi vaccini), disintossicante xenobiotico, ma soprattutto antitumorali. Lo squalene, oltre nell’olio di squalo, si trova in molti prodotti tra i quali proprio l’olio di oliva (EVO), di amaranto, di palma, crusca di riso, mais, girasole, zucca, soia e di arachidi. Nell’EVO è presente in percentuale più alta, circa il 30% degli idrocarburi della frazione insaponificabile, in rapporto anche con le zone geografiche di coltivazione e le condizioni pedoclimatiche. L’organismo umano, fisiologicamente, sintetizza nel fegato lo squalene (mediamente 1,5 g/die), da cui derivano sia il colesterolo (quota endogena) che gli ormoni steroidei. Nel corpo umano ritroviamo la massima concentrazione nel film idrolipidico del sebo (13%) e quando diminuisce la pelle diventa secca, raggrinzita con rughe, di qui l’impiego in biocosmesi. Lo SQ diminuisce il danno, UV-indotto, al DNA prevenendo il foto-invecchiamento della pelle e la foto-cancerogenesi. La concentrazione di SQ è massima nel bambino, poi all’età di 30-40 anni comincia a diminuire raggiungendo i valori minimi nell’anziano. E’ presente anche nella vernice caseosa, “la camicia” che ricopre il neonato, soprattutto se prematuro, che serve per proteggerlo dalla disidratazione dall’esaurimento del liquido amniotico. Le indagini , fatte sulle popolazioni mediterranee, che nella loro dieta utilizzano prevalentemente EVO, relative alla frequenza di certi tipi di tumore e, le ricerche su animali di laboratorio trattati con sostanze cancerogene contemporaneamente protetti o non protetti con SQ e indagini su colture cellulari, hanno dimostrato che lo SQ è un biocomponente chemio-preventivo. Lo SQ inibisce la crescita tumorale specie agendo su una mutazione puntiforme di codoni cromosomici, dei geni Ras (mutazioni presenti nei tumori umani del colon-retto 50%, pancreas 90%, endometrio, tiroide, mammella, prostata, vescica 15% e polmone 30%).
Il gene Ras (oncogene), ubicato nel nucleo cellulare, codifica la proteina RAS che è posizionata nel citoplasma cellulare adesa alla membrana. La proteina RAS, in condizioni normali, attiva i geni coinvolti nella crescita cellulare, differenziazione e sopravvivenza in modo intermittente e regolato. L’ attivazione della proteina RAS implica il coinvolgimento di altre proteine a cascata fino ad agire sul DNA il quale produce fattori che determinano l’accrescimento cellulare. Questa via si chiama “MAPK/ERK pathway”
Invece, a seguito delle mutazioni dei geni Ras vengono prodotte proteine RAS modificate nella sequenza degli amminoacidici. Ciò determina la proteina Ras permanentemente attivata, sulla cascata delle reazioni chinasiche, con la continua crescita cellulare incontrollata ovvero la “cancerogenesi”.
Si è visto pure che lo SQ, introdotto con l’EVO, può avere un’azione preventiva anche sullo sviluppo delle onco-staminali. Lo SQ è stato anche impiegato come carrier (vettore) di rivestimento per farmaci antitumorali ridotti a nanoparticelle, le quali vengono trasportate nel sangue dalle lipoproteine LDL (lipoproteine a bassa densità) e liberate nel tessuto bersaglio (con recettori LDL) senza danneggiare i tessuti o i fluidi che attraversano. La nanomedicina anticancro, sperimentata in laboratorio, studia con successo i farmaci ai quali è stata fatta la squalenosilazione, rendendoli farmaci citotossici ricoperti con un guscio di squalene che li rende come dei droni capaci di colpire più selettivamente la massa tumorale, con effetto antineoplastico anche di dieci volte superiore al trattamento classico. senza danneggiare gli altri tessuti. (Kotelevets L. et Coll. A Squalene-Based Nanomedicine for Oral Treatment of Colon Cancer. Cancer Res. 2017 Jun 1;77(11):2964-75. DOI:10.1158/0008-5472.CAN-16-1741.- Peluso I et Coll. MAPK signalling pathway in cancers: Olive products as cancer preventive and therapeutic agents.2017 Seminars in Cancer Biology – 11 September.semcancer.2017.09.002).
Diversi sono però i gruppi di scienziati che ormai si applicano a valutare e validare le capacità antiossidanti dell’olio EVO, come rivela lo studio condotto Università Rutgers e Hunter College pubblicato su “Molecular e Cellular Oncology”, dove in vitro si sta studiando l’effetto della molecola anticancro , oleocantale, che va a danneggiare le cellule tumorali grazie ad azione sui lisosomi cellulari, preservando le cellule sane.
Tuttavia, la ricchezza di prodotti antiossidanti e antitumorali dell’olio Evo non si esaurisce a queste poche annotazioni chimiche.
Una nota infatti va riservata alla presenza di altri vari acidi grassi monoinsaturi, polifenoli e in particolare di vitamine, che ne rendono valida la sua applicazione anche nella prevenzione di altre malattie benigne come le cardio-vascolari, oltre che tumorali ad altri distretti, e in particolare nella Farmacologia Cosmetica, che produce svariati prodotti a base di Olio EVO come protettori e coadiuvanti di bellezza.
Dott.ssa Maria Giovanna Fava