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La dieta mediterranea calabrese per la prevenzione del tumore al seno

Le parole Prevenzione e Programmi di Screening Oncologici ormai sono ampiamente diffuse, accettate e dibattute sotto diverse ottiche culturali, oltre il distretto prettamente sanitario, anche a causa dei vari problemi di stallo gestionale ed organizzativo che stanno vivendo le diverse realtà sanitarie regionali a tutte le latitudini in relazione all’emergenza COVID, che impone come priorità la sorveglianza della diffusione del virus e la limitazione dell’onda dei contagi, oltre l’accesso alle cure prioritario per i casi di pandemia in atto nuovamente in espansione. E’ comunemente riportato che una sana alimentazione associata a uno stile di vita attivo e dinamico è uno strumento valido per la prevenzione, la gestione e il trattamento di molte malattie. Un regime dietetico equilibrato e ricco di vari nutrienti non solo garantisce un apporto ottimale in linea con i fabbisogni primari dell’organismo, ma permette anche di ricevere sostanze che svolgono un ruolo protettivo e preventivo nei confronti di molte condizioni patologiche.

Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro ha espresso una valutazione del grado di evidenza della relazione tra una serie di alimenti, l’obesità e l’attività fisica con i tumori più frequenti. Secondo un’attenta valutazione dei risultati che la ricerca scientifica ad oggi offre, un gruppo di esperti ha stilato almeno dieci raccomandazioni pratiche per la prevenzione dei tumori a livello individuale, cui corrispondono altrettanti specifici obiettivi di sanità pubblica:

1)      Mantenere il normopeso. La valutazione del peso è fatta in funzione dell’Indice di Massa Corporea (IMC) che prende in considerazione la statura e il peso dell’individuo (rapporto tra peso in kg e statura in metri elevata al quadrato). Si è normopeso quando l’IMC si trova nell’intervallo 18.5 – 24.9.

2)      Evitare sedentarietà e mantenere attività fisica ogni giorno. La relazione tra attività fisica e riduzione del tumore è chiara a causa di vari effetti biologici alla base di tale correlazione: a) miglioramento del sistema digestivo e aumento della velocità del transito gastrointestinale; b)diminuzione del grasso corporeo; c) potenziamento del sistema immunitario; d)miglioramento della sensibilità all’insulina.

3)      Limitare il consumo di alimenti ad alta densità energetica ed evitare le bevande zuccherate.

4)      Consumare più alimenti di origine vegetale.

5)      Limitare il consumo di carne rossa ed evitare il consumo di carni lavorate e conservate.

6)      Limitare l’uso di Bevande alcoliche, specie superalcoliche.

7)      Limitare il consumo di alimenti ricchi di sale.

8)      Soddisfare i fabbisogni nutrizionali attraverso una dieta variegata ed equilibrata.

9)      Allattare al seno almeno per i primi sei mesi.

10)  Seguire queste raccomandazioni nutrizionali anche in caso di pregressa storia clinica neoplastica.

Tra i modelli di dieta più rappresentativi a livello pratico per tali obiettivi, si inserisce proprio la dieta mediterranea, che ha come caratteristica predominante l’utilizzo di condimento a base di olio di oliva, per lo più olio locale estratto con metodiche artigianali o comunque commerciali rispettose delle antiche norme rurali.

La campagna del Nastro Rosa che si indentifica spesso con la concentrazione delle attività ed iniziative di prevenzione contro il Tumore al Seno nel mese di Ottobre Rosa, ormai da oltre 30 anni promuove progetti e manifestazioni di associazioni di volontariato dedicate alla divulgazione del messaggio della prevenzione contro il tumore al seno, nel tentativo di sensibilizzare più donne possibili (e anche uomini)sui trend di incidenza di questa malattia sociale, sulle misure sanitarie disponibili in campo sanitario e sulle nuove tecnologie sviluppate e , in particolare, sullo sviluppo della giusta cultura alla prevenzione. Se si pensa che il tumore al seno rappresenta la neoplasia più frequente nel genere femminile verosimilmente una causa predominante è da associarsi allo stile di vita e a fattori “life-stile” correggibili, come appunto fumo, alimentazione, attività fisica, obesità, consumo di alcool e carne, nulliparità.

In questo periodo, a causa delle varie norme stabilite dai decreti ministeriali e regionali per il contenimento della diffusività del Coronavirus, molte associazioni di volontariato e molte strutture sanitarie non hanno potuto organizzare eventi formativi e divulgativi o giornate dedicate alle donne sul tema della prevenzione oncologica ed ancora di più si è diffusa nella popolazione femminile la sensazione di solitudine e di abbandono che spesso sovrastano con sfumature cimiteriali la riproduzione ideativa ed emotiva delle pazienti immerse nell’universo cancro.

Un tumore in genere origina quando i danni a carico del DNA determinano una moltiplicazione incontrollata delle cellule tissutali che diventano anarchiche e iperplastiche in modo aberrante ed il cibo favorisce l’insorgenza di alcuni tumori sia attraverso l’uso di conservanti e l’introduzione dei cancerogeni sia attraverso l’influenza della dieta nel modificare il quadro ormonale e il metabolismo degli estrogeni circolanti, del testosterone e dei fattori di crescita legati all’insulina come l’IGF-1.

Studi scientifici dimostrano che dopo la menopausa condizioni di sovrappeso ed obesità determinano un maggior rischio di tumore della mammella, superiore al 30%. Utilizzando test genetici e farmacologici, è stato dimostrato che l’aumento del 27HC-idrossicolesterolo circolante (metabolita del colesterolo) aumenta in modo significativo la crescita tumorale e le metastasi in modelli sperimentali di cancro al seno. Questi risultati suggeriscono che le modifiche farmacologiche o dietetiche che abbassano il colesterolo totale, e per deduzione il 27HC, sono in grado di ridurre l’impatto di obesità e quindi della sindrome metabolica sull’incidenza del cancro al seno. Questi sono ad esempio i risultati di una ricerca pubblicata sulla rivista Cancer Research nel 2017 dal gruppo di Reggiani F. (Reggiani F., Labanca V., Mancuso P., Rabascio C., Talarico G., Orecchioni S., Manconi A., Bertolini F. (2017). Adipose Progenitor Cell Secretion of GM-CSF and MMP9 Promotes a Stromal and Immunological Microenvironment That Supports Breast Cancer Progression. Cancer Research (18) 5169-5182; DOI: 10.1158/0008-5472.CAN-17-0914.) che confermano lo stretto legame di causa ed effetto tra il sovrappeso ed il tumore del seno.

Lo studio infatti descrive i meccanismi utilizzati dalle cellule adipose per favorire la crescita locale e metastatica della neoplasia confermando come pure, nelle donne in sovrappeso, il tumore della mammella abbia un’incidenza più elevata, una prognosi peggiore e spesso un’aumentata farmaco-resistenza.

Le evidenze sperimentali delle ricerche pertanto si incontrano a metà strada con i consigli nutrizionali e con la promozione all’autodeterminazione della paziente, che deve essere coinvolta a diventare co-responsabile della propria salutogenesi e, quindi, in grado di gestire l’adattamento alla malattia, migliorarne l’outcome clinico ed attenzionando la qualità di vita fisica e mentale.

Non bisogna pertanto aggiungere altre note nutrizionali o farmacologiche al valore antitumorale dell’Olio di Oliva, già ampiamente presentato anche nei precedenti articoli apparsi sul Blog.

La Rubrica Salute dell’Olio Casella, contro ogni velleità scientifica dalla critica sterile, si erge come un attento spazio giornalistico che ha solo la volontà di assumere , in un contesto regionale carente di un’adeguata vicinanza e strutturazione pratica ai problemi di salute delle donne, un ruolo informativo e divulgativo dei concetti della prevenzione alimentare, cercando di contrastare almeno per via telematica le paure del nuovo potenziale” apartheid sanitario” tramite l’offerta di un piccolo sostegno psicologico a tante donne e pazienti oncologiche che sentono e vivono spesso il dramma dell’isolamento , dello stravolgimento delle relazioni sociali e familiari, diventando ulteriori vittime inascoltate di un crescente disorientamento e senso di abbandono che solo chi veramente funge da supporto attivo riconosce quotidianamente nelle accorate urla di disperazione, che altro non sono che richieste di aiuto.

L’attenzione mediatica e sociale verso l’alimentazione è dettata dal significato rilevante che essa assume sia dal punto di vista delle politiche di prevenzione primaria, che di apporto clinico-dietetico inerente la terapia oncologica, perché le pazienti con Tumore al Seno trattate nelle Breast Unit già riconosciute ricevono le più variegate e personalizzate indicazioni sul cosa mangiare, schemi dietetici in kcal, appuntamenti nutrizionali anche per migliorare l’immagine estetica di sé dopo il cancro e consigli di esperti su come attuare un concreto cambiamento di stile alimentare, stile alimentare anti-tumorale che sempre più si carica del sapore antico dei prodotti non industrializzati o “a km 0” e del ricorso ai tradizionali condimenti vegetali come appunto l’olio di oliva.

Così, anche un nostro secolare Albero di Oliva si veste di Rosa!

Dott.ssa Maria Giovanna Fava